LE SETTE METE IMPERDIBILI

Non possiamo raccontarvi il fascino e la ricchezza di spunti offerti dal castello: bisogna esserci, viverlo – anche se solo per qualche ora – e lasciarsi raccontare la storia antica e sempre attuale del rapporto fra uno straordinario complesso architettonico e il territorio che lo circonda. Allora sceglierete voi tempi, luoghi e approccio, noi però vi suggeriamo quelli che sono i must, le sette cose imperdibili da vedere.

  • Uno. La salita di via Castello: medioevo da una parte, barocco dall’altra, ciottoli e il suono dei propri passi al centro. Passeggiata in seicento anni di storia, atmosfera da borgo del vecchio Piemonte.
  • Due. La Rocca: l’eleganza di bifore gotiche e il fascino di ceramiche trecentesche arabeggianti. È la facciata trecentesca della Rocca: dietro le finestre il cielo e i rami del noce.
  • Tre. Le imprese: Affreschi allegorici? Rebus? Immagini misteriose? Decidete voi… visitando il cuore barocco del castello: un’infilata di saloni luminosi, soffitti in legno dipinto, gli enigmi di un ciclo decorativo che nasconde mille significati nascosti.
  • Quattro. Le Alpi dal loggiato: dov’è Oropa? Ma quello è il Rosa! E dov’è il Monviso? Normale, soprattutto dopo un temporale estivo o in una limpida mattina d’inverno, restare a bocca aperta davanti all’intero scenario alpino che – dietro alle risaie e alla Serra di Ivrea – sfila fuori dagli archi secenteschi del loggiato.
  • Cinque. Il borgo: fuori dal castello restaurato, due passi per il borgo, a cercare – tra strade acciottolate e angoli inaspettati – gli altri sei castelli, per apprezzare la straordinaria ricchezza del complesso consortile.
  • Sei. La Pietà di Giuseppe Giovenone: una tavola del migliore Cinquecento vercellese: brilla in fondo alla navata barocca della parrocchiale di Sant’Abbondio, inattesa e splendida. Una fetta di Rinascimento all’ombra del castello…
  • Sette. Lo direte voi a fine visita, e siamo certi che non vi mancheranno le idee…